Matilde Salem (1904 – 1961)

Mathilde Chelhot in Salem nacque ad Aleppo il 15 novembre 1904 da una famiglia agiata. Studiò presso le Suore armene dell’Immacolata Concezione, grazie alle quali sviluppò una spiccata vita interiore.

Il 15 agosto 1922, a 18 anni, sposò Georges Elias Salem, ricco uomo d’affari. Georges aveva un carattere autoritario e possessivo, ma era un uomo buono. Matilde dovette pazientare molto per calmare i contrasti. Scoprirono presto di non poter avere figli. Georges inoltre si ammalò di diabete. Matilde fu vicina al marito per 22 anni. Lo amò e si prese cura di lui, accompagnandolo nei suoi viaggi d’affari e partecipando alle varie trattative.

Fu stimata e rispettata dai dirigenti delle grandi aziende europee. Il marito, consigliato da mons. Isidoro Fattal, Arcivescovo Metropolita Greco-Cattolico di Aleppo, sognava di aprire una scuola professionale che formasse futuri lavoratori cristiani: ma il 26 ottobre 1944 Georges morì improvvisamente.

Si dedica totalmente al prossimo

Matilde avrebbe potuto rifarsi una vita, invece fu allora che scoprì la sua vera vocazione: dedicarsi totalmente al prossimo con un amore più grande. Si dedicò completamente al grandioso progetto lasciato per testamento dal suo Georges guidando la “Fondazione Georges Salem”, di cui era presidente. La sua famiglia furono i giovani poveri della città, e si preparò così ad essere veramente madre. In collaborazione con mons. Fattal andò a Torino a trattare direttamente con il Rettor Maggiore don Pietro Ricaldone, per affidare l’opera ai figli di don Bosco chiamati nel 1947. Si fece costruire una casetta vicino all’Istituto.

I salesiani la sua casa e la sua famiglia

D’ora in poi i Salesiani saranno la sua casa e la sua famiglia. Lì deporrà le spoglie dello sposo, e lì sarà sepolta lei stessa. In breve diventerà la Mamma Margherita dei ragazzi di Aleppo. Si arricchì di varie esperienze spirituali: cooperatrice salesiana, figlia di san Francesco d’Assisi, confondatrice dell’Opera dell’Amore Infinito. Quanto poi a carità, non ci fu istituzione benefica che non la vedesse impegnata come sostenitrice: società catechistica, conferenze di san Vincenzo, colonie estive per ragazzi poveri ed abbandonati, vicepresidenza della Croce rossa, beneficenza islamica, opera in favore dei giovani delinquenti, incarnò in pieno il dinamismo apostolico salesiano.

Cancro – “Grazie, mio Dio”

Nel 1959 si scoprì colpita da un cancro. In risposta alla diagnosi dei medici, un solo commento: “Grazie, mio Dio”. Fu una via crucis di 20 mesi. Per testamento distribuì tutti i suoi beni a favore delle varie opere di beneficenza, tanto da poter dire: “Muoio in una casa che non mi appartiene più”. Morì in fama di santità il 27 febbraio 1961 a 56 anni di età, la stessa del suo dilettissimo Georges. E’ sepolta nella chiesa dei Salesiani ad Aleppo.