Ottavio Ortiz (1879 – 1958)

Ottavio Ortiz nacque a Lima il 19 aprile 1879, ottavo figlio di Manuel e Benigna Coya. Nel 1892 i salesiani aprirono la prima scuola professionale nel Perù. Ottavio, che già da un anno frequentava l’oratorio, vi entrò come allievo falegname. Era un ragazzo attento e profondo. Un giorno Ottavio aiutava in cucina, con una mano mescolava la minestra e con l’altra leggeva il catechismo.

“Invece che un falegname potrebbe diventare un sacerdote!”

La Provvidenza volle che lo vedesse mons. Costamagna, che osservò: “Perché non lo fate studiare quel ragazzo? Invece che un falegname potrebbe diventare un sacerdote!”; e così fu. Andò al noviziato a Callao ed emise i suoi voti perpetui nelle mani di don Albera, visitatore straordinario. Fece il tirocinio nella stessa casa, avendo fra i suoi allievi il futuro mons. Vittorio Alvarez.

Il primo sacerdote salesiano del Perù

Nel 1907 diventa il primo sacerdote salesiano del Perù. Viene mandato come direttore a fondare la scuola professionale di Piura, dove fondò il settimanale La Campanilla. Fu stimato direttore a Cuzco e a Callao. Nel 1921, con sua grande sorpresa, fu nominato vescovo di Chachapoyas a Nord della cordigliera delle Ande. Il territorio è vasto come un terzo dell’Italia, accidentato e senza collegamenti con le altre città. Ottavio vuole essere un vescovo nello stile di don Bosco. Sceglie infatti come motto episcopale “Da mihi animas”, che esprime il suo zelo per le anime a costo di ogni fatica.

Vescovo nello stile di Don Bosco

Nello stile di don Bosco si interessa presso le autorità per dare a Chachapoyas strade, ospedali, acqua ed elettricità; alle scuole ci pensa lui: per ragazzi, per adulti e per donne. Promuove la buona stampa e le iniziative culturali. Da subito desidera l’insegnamento del catechismo nelle chiese cittadine ogni domenica, istituisce l’Unione dei catechisti, organizza l’insegnamento della religione nelle scuole, si prende cura della formazione dei suoi preti.

Visita tutta la gente della diocesi

Viaggia continuamente a cavallo e a piedi, attraverso foreste, montagne e fiumi per incontrare tutti i suoi fedeli dislocati nei villaggi. Ogni 5 anni riuscirà a visitarli tutti: nella diocesi ci sono 120 mila persone! Durante il suo governo una parte del suo territorio fu elevata al grado di Prefettura Apostolica e un’altra a quello di Prelatura “nullius”. Con molte difficoltà eresse un seminario nella sua diocesi. Per ben due volte rifiutò una diocesi di maggiore prestigio e meno faticosa.

Nel 1953 Pio XII lo nominò assistente al Soglio Pontificio. In seguito ad un’operazione, il 1° marzo 1958 il buon vescovo morì. È sepolto nella sua cattedrale. Vastissima è la fama di santità nei suoi riguardi.