Rodolfo Komorek (1890-1949)

Rodolfo Komorek nacque l’11 agosto 1890 a Bielsko nella Slesia polacca, allora austriaca. Fu il terzo dei sette figli di Giovanni e Agnese Goch, due genitori veramente cristiani.

A 19 anni entra in seminario, dove viene paragonato a san Luigi. A 24 anni è ordinato sacerdote nella Diocesi di Breslavia. Durante la prima guerra mondiale è cappellano militare in ospedale e, per sua richiesta, anche al fronte. Per tre anni è parroco a Frystak, dove testimonia la povertà, la preghiera e lo zelo apostolico. Il suo confessionale è sempre affollato. Don Rodolfo è amato e rispettato da tutti, specie dai bambini.

A 32 anni chiede di essere salesiano; diventa missionario

A 32 anni chiede di entrare nella Congregazione salesiana, e nel 1922 inizia il Noviziato. Aspirava ad essere missionario. Per questo nell’ottobre del 1924 venne destinato a San Feliciano in Brasile per la cura pastorale dei polacchi emigrati e sprovvisti di assistenza religiosa. Si distinse come evangelizzatore e confessore d’eccezione.

“Il padre santo”

Lo chiamavano “il padre santo”. Fu esemplare nel vivere il voto di povertà tanto amato da don Bosco. Viveva in unione con Dio alla presenza del Signore. Dicevano di lui: “Non fu mai visto un uomo pregare tanto”. E ancora: “La sua genuflessione valeva una predica e la sua compostezza nello stare in ginocchio sul pavimento ci persuadeva del suo straordinario spirito di pietà e di mortificazione”. Passò per varie parrocchie e comunità salesiane.

Confessore nello studentato

Fu mandato come confessore nello studentato salesiano di Lavrinhas, dove si distinse per la sua santità. Insegnava 28 ore alla settimana. La casa di salute di San José dos Campos fu l’ultima tappa dei suoi 25 anni di missione. Fu lieto, negli ultimi otto anni della sua vita, di consumarsi lentamente e di dare a Dio, fino all’ultimo, il respiro dei suoi polmomi ammalati di tubercolosi. Assisteva gli altri ammalati esercitando durante tutto il giorno il ministero sacerdotale. Dormiva su tre tavole di legno. Passò gli ultimi giorni in continua preghiera. Voleva che le sue medicine, ormai inutili, si dessero ai poveri che non riuscivano a procurarsele. Non volle accettare né ossigeno né acqua.

Morì a 59 anni, l’11 dicembre 1849. E’ sepolto a San Josè dos Campos, dove la sua profonda pietà – soprattutto l’amore verso l’Eucaristia -, il servizio infaticabile del prossimo e il suo spirito di continua penitenza hanno formato e continuano a formare generazioni di fedeli.