Attilio Giordani (1913-1972)

Attilio Giordani nacque a Milano il 3 febbraio 1913. Il padre Arturo lavora in ferrovia e la madre Amalia è costretta a letto in seguito alla nascita di uno dei figli. Attilio è un ragazzo solare e dinamico. Dopo la scuola elementare frequenta i tre anni della scuola tecnica. Da ragazzino scopre don Bosco e l’oratorio salesiano di Milano, di cui sarà sempre un grande appassionato.

L’amore di Dio e del prossimo

Riceve lì la sua prima formazione e, giovane per i giovani, si impegna con costanza nell’animazione gioiosa dei gruppi: per decenni è un solerte catechista e un animatore salesiano geniale, semplice e sereno. Da buon salesiano cooperatore conosce e usa tutti gli strumenti educativi del Sistema Preventivo per animare i suoi ragazzi: cura della liturgia, formazione, presenza e gioco in cortile, valorizzazione del tempo libero, teatro. Attilio organizza passeggiate con i giovani dell’oratorio, compone canti, scenette, si inventa lotterie di beneficenza, cacce al tesoro parrocchiali e olimpiadi per ragazzi, senza mai dimenticare il centro della gioia cristiana: l’amore di Dio e del prossimo.

Crociata della Bontà

Ama il Signore con tutto il cuore e trova nella vita sacramentale, nella preghiera e nella direzione spirituale la risorsa per la vita di grazia. Inizia il servizio militare nel 1934 terminandolo, con fasi alterne, nel 1945. Dimostra senso apostolico tra i suoi compagni d’arma. Trova impiego nell’industria della Pirelli a Milano, dove pure diffonde allegria e buon umore, con grande senso del dovere. Nel dopoguerra sposa Noemi Davanzo, che lo accompagnerà e sosterrà per tutta la vita.

Per ridare speranza ai ragazzi sconvolti dalla guerra dà vita alla “Crociata della Bontà”, che si diffonderà in tutta Italia. Nella propria famiglia è un marito presente, ricco di grande fede e serenità, in una voluta austerità e povertà evangelica a vantaggio dei più bisognosi.

Meditazione, Eucaristia, Rosario

Ogni giorno è fedele alla meditazione, all’Eucaristia, al Rosario. I suoi tre figli partirono per il Brasile per un periodo di volontariato missionario. Decise egli stesso – d’accordo con la sua Noemi – di partire insieme, marito e moglie, per condividere totalmente la sua paternità e la vocazione dei figli al volontariato. Anche in Brasile continua ad essere catechista e animatore. Il 18 dicembre 1972, a Campo Grande, nel corso di una riunione sta parlando con entusiasmo e con ardore del dovere di dare la vita per gli altri, quando improvvisamente si sente venir meno.

“Ora, continua tu!”

Fa appena in tempo a dire al figlio: “Pier Giorgio, ora continua tu…”, e muore stroncato da un infarto. La sua salma, trasportata in Italia, riposa ora nella basilica di sant’Agostino a Milano. Nell’omelia il parroco disse: “A ciascuno di noi Attilio ripete la frase che, morendo, ha detto a suo figlio: «Continua tu!»”.